Progetto S(u)ono

Il percorso del progetto S(u)ono (Sono/Suono), ha visto principalmente protagonista la musica, nello specifico un laboratorio dedicato al “suono” e alle sue diverse sfaccettature.

I singoli partecipanti volontari e utenti hanno appreso che ogni “cosa” può essere musicale

L’attività ha favorito il contatto e l’interscambio tra utenti e volontari favorendo dinamismo attivando empatia, stima reciproca e motivazione

Si è rivelata una progettualità che ha portato un effettivo miglioramento del benessere psico-fisico di tutti i partecipanti

L’esperienza collettiva ha permesso di potere beneficiare momenti di comunicazione e anche di unione tra i ragazzi

Il Maestro ha fatto vivere in prima persona agli utenti delle esperienze multisensoriali del suono, avvicinandoli agli oggetti sonori e agli strumenti musicali a percussione ed etnici dei vari continenti.

I singoli partecipanti volontari e utenti hanno appreso che ogni “cosa” può essere musicale, valorizzando in loro stessi le qualità espressive e comunicative. Una delle parole chiave è stata “sperimentazione”: sperimentare le diverse possibilità di produzione del suono, sperimentare timbri e sonorità diversi, utilizzando strumenti, il proprio corpo ed anche la voce. Un altro aspetto importante del percorso musicale è stato quello di stimolare la coordinazione oculo-manuale, la conoscenza del potenziale timbrico degli oggetti, la capacità di eseguire delle sequenze ritmiche.

Il laboratorio si è basato su aspetti pedagogico-educativi, ma con un approccio “ludico”. E’ stato dato valore alla parte dedicata al suono e alle sue potenzialità creative ma anche è stata data molta importanza al ritmo, utilizzando la modalità del Drumming o Drumcircle. Tramite il cerchio di tamburi, simbolo concreto di unione, armonia e completezza si è potuto vivere un’esperienza mirata al benessere individuale e alla rigenerazione collettiva.

Ci siamo trovati a potere condividere uno spazio libero: non c’è pubblico, perché tutti sono parte del battito musicale; non esiste il giusto e lo sbagliato; non c’è un insegnante, ma un conduttore, chiamato “facilitatore”, che costruisce, come un direttore d’orchestra, un senso di comunità e connessione l’uno con l’altro. L’esperienza collettiva ha permesso di potere beneficiare momenti di comunicazione e anche di unione tra i ragazzi, favorendo l’affiatamento nel gruppo, costruendo consapevolezza e fiducia in sé stessi, inoltre, rilassandosi, divertendosi e potendo trarre benessere al cuore, alla mente, al corpo e all’anima. L’attività ha favorito il contatto e l’interscambio tra utenti e volontari favorendo dinamismo attivando empatia, stima reciproca e motivazione; generando un collettivo benessere psico-fisico incrementando la socialità, la condivisione e il senso di interconnessione.

Un grande successo

Il percorso intrapreso attraverso questa progettualità, ha incrementato la socializzazione all’interno dei fruitori della struttura con ampio coinvolgimento dei volontari che hanno partecipato sostenendo ogni azione dedicata con spontaneità. Si è rivelata una progettualità che ha portato un effettivo miglioramento del benessere psico-fisico di tutti i partecipanti e un’ottima possibilità per rafforzare legami e migliorare le relazioni.